Qualche mia impressione a caldo dopo gli Europei 2017 di Brandeburgo……
La mia gara iniziava sabato 29/4 ma sono già arrivato giovedì per poter seguire le competizioni degli italiani impegnati già venerdì, con un occhio particolare rivolto al 16enne Alessio D’Agata per il suo Campionato Juniores under 21.
Venerdì le cose non sono andate bene a nessuno die carambolisti azzurri impegnati, oltre ad Alessio erano in gara Giorgio Mancini di Trieste e Libero Picciano di Palermo, notando che per tutti e tre c’era un’onda negativa che li riguardava, non tanto nella loro qualità di gioco ma proprio nel gioco contrario che trovavano. Posizioni strane, inusuali, molto complesse. Nessun buon auspicio……
Sabato mattina alle 9 (orario inusuale per una gara di biliardo) è iniziato il mio Torneo ed ho giocato i 1/16 di finale contro il giovane talentuoso belga Steven Van Acker. Devo dire che dopo un avvio decente (6 punti in 3 riprese), pur continuando a mantenere un certo margine sul mio avversario, non riuscivo ad entrare in ritmo e mancavo di fluidità. Così piano piano il belga si è animato e si è avvicinato sempre di più mentre il mio affanno cresceva e le posizioni difficili si incatenavano in continuazione. Tutto stava andando storto, le difficoltà crescevano e con esse pure la tensione che prendeva sempre più spazio al mio interno.
Avendo perso il barrage all’inizio dell’incontro con il belga che aveva deciso di iniziare l’incontro, avevo così almeno il vantaggio psicologico di giocare con la bilia gialla che, in un finale di partita aperto a tutti i risultati, concede ancora la possibilità di pareggiare l’incontro con il tiro di uscita. In una partita tirata sul filo di lana una questione non trascurabile.
Mi sentivo sempre peggio ed ero in una continua lotta interiore (contro il vento contrario) e esteriore (col gioco che si chiudeva sempre) finché alla 37esima ripresa il belga mi scavalcava per la prima volta portandosi in vantaggio per 38 a 37. Per fortuna sono riuscito a rispolverare la concentrazione die grandi momenti e sono riuscito a chiudere l’incontro con la serie di 3 carambole, di cui la prima e la terza piuttosto complesse.
La cosa particolare che ho immediatamente sentito nel momento della vittoria è stata di esser riuscito a sciogliere un nodo, questa misteriosa onda contraria che mi aveva fatto percorrere controvento tutto il percorso dell’incontro., che il giorno prima aveva segnato tutto il percorso degli altri carambolisti italiani. La sensazione di aver scalato la montagna e di essere finalmente arrivato in cima alla vetta era chiara come il sole. Una sensazione quasi fisica direi.
Da lì in poi è stata tutta un’altra musica. Nel 1/8 di finale contro il temuto Coklu che mi aveva battuto nei precedenti due incontri diretti (La Baule 2016 e Porto 2015) sono decollato subito, entrando in piena trance agonistica. Quando ho guardato per la prima volta il tabellone dopo la serie di 17 punti consecutivi, che resterà la migliore del torneo, avevo già 30 punti in sole 4 riprese. Anche nei successivi incontri, sia nel ¼ di finale contro il bravissimo giovane spagnolo Javier Palazon che aveva appena battuto Blomdahl) e poi in semifinale contro la sorpresa del torneo, il 26 enne spagnolo Martinez sono sempre riuscito a partire dai blocchi con ottimo sprint e fino ai 30 punti riuscivo a tenere una media intorno a 3.
Da non credere che il giocatore visto contro Van Acker e quello visto in seguito fossero la stessa persona! Il biliardo e i suoi misteri….
Arrivo così a giocare la finale contro il belga Frederic Caudron, che mi aveva battuto in più occasioni recentemente (ricordo in particolare Losanna 2016 e Ho chi Minh 2016) e che in caso di vittoria si sarebbe ripreso il primo posto nel ranking mondiale. Un giocatore che quando entra in ritmo (velocissimo e spietato, il suo) diventa praticamente inarrestabile. Stavolta i ruoli si sono invertiti, parto con soli 2 punti ma poi riesco a mettere in successione 4 serie consecutive che da 6, 7 7 e ancora 7. Guardo il parziale e siamo…… 29 a 1! Roba da non credere, mai visto né potuta manco immaginare una cosa simile.
Fortunatamente il biliardo sa sorprendere anche in positivo, qualche rara volta. Quasi sempre ci si sorprende per tiri che ti aspettavano venissero e che poi invece hanno fallito il bersaglio…….
Questa volta sono riuscito ad aggredire letteralmente il mio quotato avversario che non ha saputo controbattere immediatamente ed è praticamente rimasto ai blocchi di partenza.
Solo due zeri consecutivi ma poi ho ripreso la marcia trionfale verso il traguardo…. alla fine è stato un eclatante 40 a 14!
Questa è una delle rare partite dove sono riuscito a sentirmi in piena sintonia con me stesso, con il gioco, con l’ambiente ed è proprio questa la massima gratificazione a cui un giocatore di biliardo può ambire, dedicando una considerevole mole di lavoro, sia in termini di tempo che di energie psichiche negli allenamenti (io mi alleno sempre da solo) volta migliorare il proprio livello, la propria precisione, a pensare sempre di più a come attaccare e a come difendere, quando serve, sempre più efficacemente.
Grazie ai cari amici presenti, Libero, Stefano, Concetto, Alessio che mi hanno sempre fatto sentire la loro vicinanza così come sono rimasto impressionato dalla simpatia e dall’ammirazione che ho riscontrato da tutti gli altri italiani, dirigenti Fibis e giocatori di birilli, con i quali si è subito stabilito un rapporto di grande intesa.
Ho deciso di scrivere queste righe perché ritengo sia bello per il lettore potersi immaginare cosa significhi fare dello sport agonistico ad alto livello conseguendo il massimo risultato e ho deciso che ripeterò questo mio coinvolgimento letterario ad ogni mia prossima vittoria, se avrò la fortuna di poterne compiere altre.
Un cordiale saluto a tutti e grazie dell’attenzione.
Il vostro
MZ